La parola Shiatsu nasce dall’unione dei segni ‘dito’ e ‘pressione’.
Riguarda una tecnica di massaggio diffusa in Giappone sin dal VI secolo, che affonda le sue radici nelle forme di manipolazione e Medicina Tradizionali Cinesi.
Rispetto alle manipolazioni muscolari a cui siamo usi, il trattamento Shiatsu si caratterizza per la staticità della pressione che viene portata perpendicolarmente con dita, palmi, gomiti, piedi o ginocchia da chi effettua il trattamento alla superficie del corpo del ricevente.
Chi riceve il trattamento, vestito in abiti comodi e leggeri, è adagiato a terra sul tipico futon.
Respiro, postura, perpendicolarità della pressione si snodano lungo i canali energetici dei meridiani soffermandosi su alcuni dei punti tradizionali di Agopuntura, entrano in profondità senza scivolare sulla pelle e producono uno stimolo nell’organismo del ricevente, con l’obiettivo di consentirgli di recuperare, risvegliare e manifestare le proprie risorse vitali.
Una seconda differenza è quindi che il lavoro dell’operatore non mira a correggere direttamente una situazione ma a dare uno stimolo a seguito del quale il corpo la corregga autonomamente ripristinando i propri individuali equilibri.
In altri casi in sostituzione o a complemento delle pressioni l’operatore può decidere di ricorrere a delle forme di stretching che non riguardano però tanto gli aspetti tendino-muscolari o fasciali, come avviene nei massaggi tradizionali occidentali, quanto quelli dei canali energetici.
A livello grossolano nella pratica si riscontra tipicamente un effetto di rilascio delle tensioni muscolari, con regolarizzazione del respiro, del battito cardiaco e della temperatura corporea: che a loro volta favoriscono un benessere che permea tutti i livelli emotivo, psichico, fisico.
Personalmente l’ho inserito nei trattamenti a cui ricorro mensilmente per provare a conservarmi in salute. In Studio lo proponiamo per tutte quelle manifestazioni più ‘sottili’, che riguardano ad esempio umore, sonno, stanchezza o problematiche che non possono essere classificate come strettamente fisiche.
Quando serve lo rafforziamo con la Moxa, applicata anch’essa ad alcuni tra i 365 punti principali di Agopuntura selezionati a seconda della necessità.
La pratica della Moxa consiste nella combustione controllata di artemisia applicata ad una selezione di punti sul corpo con il fine di rimuovere attraverso il calore blocchi e congestioni o, viceversa, per tonificare aree, punti e canali scarichi, rafforzando così il lavoro di qualsiasi massaggio: dallo sportivo al drenante al relax.